Made in Italy: valore assoluto e globale

Presentata ricerca Censis: “L’emozione come essenza del made in Italy”

Il made in Italy  rappresenta un grande potenziale, anche economico, per l’Italia, visto che, secondo una rilevazione di Fondazione Alta Gamma e Censis, nei prossimi 5 anni si affacceranno sulla scena dei consumi di beni di lusso altri 80-90 milioni di consumatori da tutto il mondo, che per le aziende italiane che fanno qualità, potrebbero voler dire 30-35 miliardi di euro di fatturato in più ogni anno. A patto di intercettare questi nuovi consumatori, che sono giovani e di Paesi non tradizionali per questo mercato, e quindi hanno meno interesse e meno percezione dell’Italia rispetto alle generazioni passate, attraverso le emozioni che il made in Italy sa suscitare, investendo in una sorta di “pedagogia delle emozioni”. Anche perché, per loro, rispetto ai predecessori, il fattore “emozionale” vale, nel complesso, un 15% in più”.

Ricerca che è partita da alcune “semplici” domande: qual è l’anima del “fare italiano”? Di cosa è fatto, qual è la sua essenza, quali sono gli elementi che lo contraddistinguono e soprattutto in che modo devono essere dosati perché ne esca un perfetto “made in Italy”? “Chi si emoziona di più pensando all’Italia”?

E dalle risposte di “osservatori privilegiati”, come chef, gestori di strutture ricettive, direttori di musei e così via, sono emerse conferme e curiosità.

Tre sono i punti cardine che emergono prepotentemente dalla ricerca del Censis. Innanzitutto il nostro “stile di vita”, perché molti stranieri hanno elevato a modello quel modo di vivere squisitamente caratteristico degli italiani. Poi troviamo le “emozioni” tipicamente italiane, che ogni visitatore del Belpaese pregusta ancora prima di essere giunto in Italia. Infine, il terzo imprescindibile aspetto è il “prodotto italiano vero e proprio”, ovvero la fisicità concreta di un’idea, di un sogno, di un saper fare tutto made in Italy.

 

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