Ci piace pensare che alcune cose accadono per necessità: una necessità che è anche un destino e che è tale perché nel tempo maturi quanto doveva accadere.

Ci piace pensare che alcune cose accadono per necessità: una necessità che è anche un destino e che è tale perché nel tempo maturi quanto doveva accadere.

La vincita del campionato europeo da parte della nostra nazionale, che non si verificava dal 1968, è un grande trionfo, che si iscrive nella storia del calcio mondiale. E a noi piace pensare che, oltre alla bravura di calciatori, ct e staff, abbia portato fortuna anche la nuova mascotte della compagine azzurra, ideata da Carlo Rambaldi 14 anni fa e adottata ufficialmente poco prima dell’inizio degli Europei.

Non tutti sanno che la nostra Nazionale di calcio, al contrario di tante altre, non aveva mai avuto una mascotte, tanto che nel 2007 il grande Carlo Rambaldi, scomparso poi nel 2012 e noto in tutto il mondo per la vincita di tre Oscar per gli effetti speciali, aveva fatto una proposta che potesse ovviare a questa mancanza. Il book con il concept e i bozzetti di una mascotte rappresentativa “dello sport più bello del mondo”- come lui stesso ebbe a scrivere nella proposta – era stato donato a Gabriele Gravina, oggi Presidente della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio).

E dopo la mitica vittoria degli azzurri al campionato europeo cosa possiamo dire? Che la mascotte di Rambaldi ha portato fortuna. Come ha dichiarato Daniela, la figlia del grande maestro: “Stasera è stato consegnato il quarto Oscar a mio padre e la Coppa  Europea all’Italia dopo 53 anni!”.

Ma vediamo l’antefatto. L’immagine di un cucciolo di pastore maremmano-abruzzese – cane tipicamente italiano, dotato di grande “coraggio, resistenza e capacità di decisione”, la cui storia era “intimamente legata alla storia millenaria della nostra terra e delle sue genti”- era stata scelta da Rambaldi per simboleggiare i valori del nostro sport nazionale: carattere, senso di gruppo e fedeltà.

L’occasione di collaborare con la FIGC emozionava il maestro, il quale dichiarò che per lui questo rappresentava “un quarto oscar, ma questa volta più importante perché vinto in Patria, dove – si sa – nessuno è profeta”.

Il book, custodito gelosamente per 14 anni, è stato donato da Gravina alla FIGC in occasione dei Campionati europei, che, simbolicamente, rappresentano anche la luce fuori dal tunnel dopo la sospensione legata alla pandemia.

“La fama di Rambaldi all’estero era straordinaria – aveva dichiarato subito prima degli europei il Presidente Carlo Gravina – ma lamentava di essere stato poco considerato in Italia. Sono orgoglioso di aver dato vita ad un’altra sua creazione: oggi regaliamo simbolicamente a Carlo Rambaldi il quarto Oscar e agli italiani tanta dolcezza”.

I figli di Rambaldi, Daniela e Victor – titolari della Fondazione Carlo Rambaldi così come della Rambaldi Promotions, il braccio operativo della Fondazione – hanno avuto l’idea di trasformare i bozzetti in formato tridimensionale: un lavoro lungo, che ha richiesto molta cura per i dettagli. L’intero percorso, dai bozzetti fino al modello al modello in 3d, alto 40 cm., è stato esposto dal 9 giugno, e per tutto il periodo degli Europei, in uno speciale corner di ‘Casa Azzurri’ dedicato a Carlo Rambaldi. Sono stati esposti in una teca anche i tre Oscar e si poteva vedere anche un video dedicato alla carriera del maestro.

Daniela Rambaldi, intervistata da Eccellenze Italiane per l’occasione, aveva dichiarato di essere grata al Presidente Gravina per la grande dedizione verso questo progetto di suo padre, che rappresenta l’ennesimo grande traguardo, impreziosito dall’essere venuto da quel’Italia tanto amata, ma che aveva gratificato poco il suo operato.

Per me – aveva detto Daniela Rambaldi – è importante dare un seguito all’attività di mio padre, non solo attraverso gli eventi promossi dalla Fondazione: per questo motivo con i nostri esperti abbiamo realizzato una versione tridimensionale del disegno. Continuare un progetto iniziato da mio padre e custodito per così tanto tempo, vederlo nascere con altre tecnologie dopo la sua scomparsa mi suscita un’emozione fortissima. Quanto al nome, ancora non gli è stato attribuito: a settembre ci sarà un evento nell’evento. Partirà un concorso scolastico nazionale per attribuire il nome alla mascotte. Comunque l’auspicio di mio padre è diventato realtà: mi riempie di orgoglio e di gioia pensare che quella disegnata da mio padre sarà la mascotte della nazionale azzurra per sempre!”.

Quando facemmo quell’intervista, poco prima dell’inizio dei campionati europei, nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe accaduto. Non avremmo potuto immaginarlo, ma lo speravamo. Oggi sappiamo che l’affermazione della nostra squadra sarà per sempre legata al “quarto Oscar” di Carlo Rambaldi, il cui lascito, come sempre accade per i grandi artisti, va oltre il tempo di una vita.

Quando facemmo quell’intervista, poco prima dell’inizio dei campionati europei, nessuno avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe accaduto. Non avremmo potuto immaginarlo, ma lo speravamo. Oggi sappiamo che l’affermazione della nostra squadra sarà per sempre legata al “quarto Oscar” di Carlo Rambaldi, il cui lascito, come sempre accade per i grandi artisti, va oltre il tempo di una vita.