Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet è al lavoro sul suo prossimo libro “Il metodo Crepet” di prossima uscita nel corso del 2022.

Psichiatra e sociologo, tra i più noti e stimati in Italia, in nomination per la VI edizione 2022 del Premio Eccellenze Italiane, Paolo Crepet è al lavoro sul suo prossimo libro, “Il metodo Crepet”, in uscita nel 2022, che, a quanto ci è dato intuire dalle anticipazioni sui media, verterà sull’educazione dei giovani, partendo dall’infanzia, e sulla discussione dei metodi pedagogici e delle norme estremamente permissive che contraddistinguono la società attuale.

Lo psichiatra, sia in vari congressi sul tema che nelle interviste rilasciate in relazione a recenti fatti di cronaca nei quali i giovani sono protagonisti di crimini particolarmente gravi, sottolinea la necessità sempre più urgente di educare su nuove basi. Per Paolo Crepet occorre una sorta di “risorgimento” dal punto di vista etico e morale: un’educazione efficace, infatti, richiede tempo e sensibilità, deve iniziare dalla prima infanzia e la famiglia deve ridiventare un punto di riferimento, fatto di regole, attenzione, cura e ascolto. 

Iperprotettiva e sempre pronta a derogare dalla funzione educativa che dovrebbe caratterizzarla, la famiglia è carente di regole che possano indirizzare il comportamenti di adolescenti e giovani oggi lasciati sempre più a se stessi, educati con un lassismo che li disorienta e li indebolisce. I fatti di cronaca che sempre più spesso si leggono sui giornali (bullismo, violenza, addirittura omicidi, anche dei genitori) ci mettono di fronte a un disastro pedagogico senza precedenti. Per Paolo Crepet stiamo crescendo adolescenti senza identità,  incapaci di autonomia e di senso critico, addirittura inclini all’odio..

Un’educazione con la E maiuscola dovrebbe, invece, alimentare quelle caratteristiche che nutrono l’autostima nei bambini e nei giovani, incentivando una creatività sempre più compromessa dall’utilizzo indiscriminato delle nuove tecnologie. Il percorso educativo deve riappropriarsi di punti di riferimento autorevoli, quali erano un tempo la famiglia, la comunità educante e, soprattutto la scuola che – oggi sempre più umiliata, vilipesa, affossata e nell’impossibilità di svolgere il proprio ruolo – si dovrebbe ricondurre alla funzione autorevole che ha avuto in passato. 

Troppi i giovani che non studiano né lavorano (il cui numero è aumentato anche  a causa della pandemia): i cosiddetti neet, alla deriva in un limbo in cui tutto è concesso e nessun impegno è richiesto. I bambini devono tornare alla libertà di immaginare e anche al loro diritto alla noia, che stimola l’inventiva incentivando le passioni.

Tante le strade da percorrere per raggiungere nuovi standard educativi: Paolo Crepet propone, ad esempio, di abolire l’eredità e di abbassare la soglia della punibilità dei minori a 16 anni, dando, al tempo stesso, il diritto di voto a quell’età. Diritti e doveri, appunto, per incentivare il senso di  responsabilità attraverso il quale educare una classe dirigente adeguata, capace di offrire il proprio contributo alla società.