Il 2 giugno è stato presentato il volume “Resterò per sempre”, in memoria di Amedeo Maffei. Il comunicato stampa degli organizzatori.

Un grande evento il 2 giugno presso il centro di ricerca Villa Futura a Sirtori (Lecco), per presentare il volume “Resterò per sempre”, dedicato alla vita di Amedeo Maffei, curato da Piero Muscari, da Maria Guidotti e da Pierluigi Ricci. 

Mancato a febbraio del 2021, Amedeo Maffei – che nella sua vita ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti, tra cui il premio internazionale della Cisco System per il miglior carcere del mondo a Bollate, la “Medaglia d’Oro di Prima Classe” della Croce Rossa Italiana, quella dell’Esercito Spagnolo, il Premio Eccellenze Italiane nel 2018 – si è distinto come “innovatore, costruttore di linguaggi ed interprete autentico della contemporaneità”, secondo le parole Michelangelo Tagliaferri, Presidente del Comitato scientifico di Eccellenze Italiane e guru della comunicazione in Italia. Impossibile non dedicare una monografia a un personaggio come lui.

La serata e la presentazione del volume sono state, dunque, un pretesto per parlare di Amedeo, alla presenza di tanti amici che lo hanno sempre seguito e considerato loro maestro. Un uomo che, come è scritto nel volume, è stato “Visionario. Filosofo pratico. Scienziato. Psicologo. Mistico. Musicista. Monello” e la cui vita “va oltre ogni definizione”.  La serata ha inteso essere un fantastico excursus per attraversare non solo la sua vita ma quella di tanti uomini che lo hanno incontrato e che, a loro volta, hanno scritto storie straordinarie in virtù del suo insegnamento e del suo esempio.

Piero Muscari, conduttore e direttore artistico della serata, ha iniziato ricordando il suo primo incontro con Amedeo Maffei e lanciato un video che ne riassumeva l’opera e la personalità. Tanti gli ospiti, testimoni privilegiati le cui voci hanno animato le pagine del libro come quelle della vita di Amedeo. 

Muscari  ha chiamato sul palco i due coautori, Maria Guidotti e Pierluigi Ricci, che insieme a lui hanno presentato in anteprima il volume fresco di stampa. Guidotti, giornalista sportiva, dopo aver ringraziato la famiglia per l’opportunità offerta, ha raccontato il suo primo incontro con Maffei in occasione di un’intervista per la Gazzetta dello sport.  “L’ho conosciuto e non l’ho più lasciato” – ha detto la Guidotti “Parlavamo spesso di fare un libro insieme; non avrei mai immaginato da farlo così. L’unico modo di scriverlo era attraverso le interviste, –  ha aggiunto la giornalista –  con testimonianze da parte di chi l’ha conosciuto, che rappresentassero capitoli della sua vita…in particolare, nel mondo dello sport, con cui ha lavorato tanto, basti pensare all’esperienza con Dovizioso. Amedeo ha colto la possibilità di far vedere la potenza del suo messaggio in un ambiente in cui i risultati sono tangibili. Lo sport come piattaforma per lanciare al mondo un messaggio. L’altro messaggio grandissimo è che ha fatto vedere l’umanità dietro gli atleti”. 

L’avventura è stata bella, affascinante, una sorpresa. Per una serie di casi”  – ha affermato Ricci – “mi sono trovato a improvvisarmi inviato nell’aldilà, perché servivano un’intervista a Don Dino Liberatori e a Giuseppe Leoni, grandi amici di Amedeo che lo hanno preceduto nel viaggio oltre la vita. Oggi continua la mia missione e loro mi hanno detto che da quando Amedeo Maffei è con loro la pace non c’è più, perché continua a inventare come ha fatto per tutta la vita…Non è un libro – ha aggiunto Ricci riferendosi al volume – è una bomba. Lo troverete travolgente. Vedrete quanto Amedeo è presente e quanto ancora ci accompagna in questo cammino”. 

Sollecitata da Muscari, la Guidotti ha ricordato la vitalità del messaggio di Amedeo, sempre valido per ognuno in ogni periodo della vita:  “La felicità è una scelta. – ha concluso la Guidotti, ricordando una delle massime di Maffei – Lui era con noi mentre scrivevamo il libro e facevamo le interviste”.

Stiamo cercando in questa serata – ha aggiunto poi Muscari – di rispettare quella che sarebbe stata la direzione artistica di Amedeo Maffei: ci sono tutti gli ingredienti, tra cui la testimonianza della famiglia e la musica, altro mondo fondamentale per lui”. 

Momenti di grande commozione sono seguiti quando sono state invitate sul palco la vedova, Roberta Sartore, e la figlia Michela, nata dal primo matrimonio di Amedeo. Dopo averle ringraziate per la fiducia accordata, Muscari le ha invitate a parlare del valore della giornata, del libro e di quanto c’è attorno ad esso. “L’emozione traspare e tradisce. Dovrei essere abituata… – ha dichiarato la figlia Michela emozionata – La prima volta che mi ha messa in pedana potevo avere 10 anni, in un hotel di Milano. Lui però era sempre dietro. Io avevo paura, non sapevo che c’era da dire. E lui mi disse di ricordare sempre che ero una Maffei e che avrei presentato il mio papà perché avevo il suo DNA. Lui manca ma il tempo aiuta. È stato grande, ha fatto e lasciato qualcosa di grande, che va oltre la morte. Cosa possiamo fare noi oggi? Portarlo nel mondo. Questo libro è un inizio, un tributo: è un mattone. Lui c’è. Lo sento oggi più di quando è mancato perché lo sto ritrovando. Voleva che qualcosa dopo di lui proseguisse. E quindi la consapevolezza di questo DNA è sempre più chiara in me. Piero ha fatto una cosa grande. Ha fatto un bel regalo”. 

Sollecitata da Muscari sul contributo dato all’opera e sulle emozioni provate, Roberta Sartore ha esordito ringraziando il conduttore, i coautori e tutti coloro che hanno reso possibile la redazione del libro: “Dico grazie soprattutto ad Amedeo perché a tutti noi ha cambiato la vita. – ha dichiarato la Sartore – Credo ci abbia semplicemente ridonato noi stessi. Mi rendo conto che oggi ho l’opportunità di vivere un sogno, anzi tanti sogni. E lo devo sicuramente a lui. Senza di lui non avrei mai scoperto di avere le capacità di fare delle cose. Dentro ognuno di noi c’è qualcosa di divino. Questo libro rappresenta un sogno che si realizza, uno dei tanti sogni di Amedeo, che è ancora qui, con noi, anche se in un’altra forma. Grazie ad Amedeo per avermi dato le chiavi per vivere una vita diversa”.  Roberta e Michela hanno poi raccontato di un recente viaggio fatto insieme ad Abu Dhabi, per far sopravvivere l’eredità lasciata da Maffei, che è oggi il principale obiettivo di entrambe: Keope e il messaggio presente nel libro rappresentano oggi questa eredità, da coltivare e far crescere in tutto il mondo.

È poi continuato il racconto a più voci, con la testimonianza della senatrice Erica Rivolta: “Gli uomini sono degli esseri magnifici, ma non accontentiamoci mai dei risultati che raggiungiamo. Non perdiamo la voglia di migliorarci, di metterci in gioco. Questo è uno dei messaggi più forti che Amedeo mi ha passato…- ha dichiarato la Rivolta – Ripensando ad Amedeo, mi dico ‘Dipende sempre e solo da me’; abbiamo un potere che dobbiamo usare”. 

Il protagonista successivo, Dodi Battaglia, cantante e chitarrista dei Pooh, impossibilitato ad essere presente, ha offerto la sua testimonianza tramite un video, in cui sono montati anche brani dell’intervista fatta da Muscari per il volume. “Quello con Amedeo è stato un incontro fantastico: una grande persona. Un incontro che ha cambiato la mia vita in meglio. A un certo punto della mia vita ero il bel tenebroso: parlavo poco. Soprattutto grazie ad Amedeo ho cominciato a capire le cose importanti della vita. Ho capito il valore dell’amicizia, ho iniziato anche a perdonare, ad andare avanti in ogni caso. Eravamo accomunati dalla scelta dello stesso strumento musicale: suonavamo una Stratocaster. Ricordo la sua fama, la sua personalità, il suo spessore. Mi manca molto.”

Muscari ha poi chiamato sul palco un personaggio che è stato ai vertici della nostra politica, anche lui amico fraterno di Amedeo e la cui testimonianza ha narrato ai presenti un pezzo di vita e importanti progetti cui Maffei ha collaborato: è Roberto Castelli, ministro della giustizia dal 2001 al 2006. “Amedeo l’ho conosciuto molto prima di diventare ministro attraverso un corso che credo a tutti i presenti abbia cambiato la vita. È estremamente difficile vedere se stessi, perché noi ci vediamo da dentro. Mia moglie sostiene che io non sarei mai diventato ministro se non avessi incontrato Amedeo. Probabilmente è vero perché anch’io ero molto introverso. Amedeo mi ha insegnato ad aprirmi verso gli altri. Quando sono andato al Ministero conoscevo già l’eccezionalità del suo essere. Avevo portato Amedeo nel carcere di Arezzo con risultati eccezionali. Per il carcere di Bollate lavorò gratis. E ci prendemmo il Premio Internazionale – che siamo andati a ritirare a Johannesburg – per il miglior carcere al mondo. Amedeo è insostituibile. Mi piacerebbe che tutto quello che lui ha detto fosse messo per iscritto per ricostruire il suo pensiero. So che è difficilissimo…ma io immagino che ne valga la pena”.

Dopo i ringraziamenti all’ex ministro, è stata la volta di un altro politico con cui Maffei ha lavorato in diverse occasioni: si tratta di Emilio Della Balda, ex Capitano Reggente (Capo di Stato) della Repubblica di San Marino. “L’amicizia con Amedeo – ha dichiarato Della Balda – è durata decine di anni e ha dato risultati importanti non solo a me ma anche alle persone che gli ho fatto incontrare. Ritornando qui, sento la sua presenza, sento la sua energia creativa: ci dice che dobbiamo continuare il suo progetto e diffondere le sue idee. Questa energia creativa deve portare a una diffusione e a un consolidamento del suo pensiero. Il fatto che abbiamo fatto un’esperienza molto significativa con risultati eccezionali con dei tossicodipendenti e dei politici a San Marino dimostra che il suo pensiero può valere per tutto il mondo. E io credo che questa iniziativa delle nostre amiche, familiari di Amedeo, sia davvero qualificante”.

Anche nel campo imprenditoriale, ha notato Muscari, il lavoro di Maffei sulla leadership ha dato risultati eccezionali. “La grandezza di Amedeo – ha dichiarato Muscari – consisteva anche nel percepire la grandezza di una persona prima che essa si manifestasse”. Questo è testimoniato, tra gli altri, da Silvio Cracco, braccio destro di Ennio Doris, grande amico di Amedeo. “Amedeo era mago e re nel suo castello. – ha commentato Cracco – Mago è una persona che fa accadere delle magie. Nel mio caso mi ha indotto a prendere per mano il bambino orfano che ero e mi  ha fatto rivivere il luogo del divertimento, dei giochi, degli obiettivi, della gioia”. Poi Cracco ha ricordato anche l’amicizia con Doris, scomparso di recente e conosciuto 50 anni or sono: un colpo di fulmine e una relazione tra mentore e allievo, in cui Doris svolgeva anche un ruolo paterno. Alla domanda di Muscari su come riconoscere i veri leader, Cracco ha risposto che la differenza la fanno i valori di base del vivere con se stessi e con il prossimo oltre che il progetto cui aderire. Persone come Amedeo e come Ennio potevano attrarre tante altre persone che ammiravano quei valori e abbracciavano quei progetti. Quanto a Maffei, Cracco ha dichiarato che bisognerebbe riprendere i suoi insegnamenti e metterli a disposizione delle persone che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Ed è la volta di un altro testimone d’eccezione dell’opera di Maffei: si tratta del più grande talent scout italiano, Claudio Cecchetto che, nell’impossibilità di essere presente, ha inviato il suo contributo alla serata tramite video. “Ho conosciuto Amedeo nel ’74-’75, in occasione di un suo corso nell’azienda che aveva fondato prima di iniziare a fare il motivatore di professione. Pensai che quanto diceva era talmente interessante che volevo usarlo per me e non per il lavoro nell’azienda stessa. – ha raccontato Cecchetto – Mi aveva colpito lui, quello che diceva e come lo diceva. Con lui ho capito che sognare non costa niente: non mi sono mai più fatto condizionare dai miei limiti. A me a scuola non è capitato di avere un professore così importante ma nella vita ho avuto un maestro così ed è difficile dimenticarlo. Qualcuno ci potrebbe fare anche un film. La sua passione per la musica era commovente. Amedeo era un uomo talmente pieno di entusiasmo che te ne trasferiva sempre un pezzo. L’atteggiamento mentale può trasformare le cose: gli artisti che ho lanciato li ho sempre trattati come fossero già dei numeri uno. Una parola per definirlo? Speciale, come tutto quello che faceva”.

Mentre la serata si avviava verso la conclusione, Muscari ha ricordato che questo straordinario viaggio nella vita di Amedeo e di tanti personaggi da lui incontrati si concludeva ad Arezzo, dove si sono incrociate tante storie per tesserne una più grande, che stava per essere raccontata sul palco da Gianni Marmorini: “Io ho conosciuto Amedeo a Milano. Ad Arezzo, invece, ho conosciuto l’onda di Amedeo, perché mentre leggevo la Gazzetta dello Sport parlavano di lui per invitare a fare l’esperienza AM. Quest’onda mi è arrivava e l’ho presa. Dopo Amedeo è venuto tante volte ad Arezzo. Era un motore di vita, di entusiasmo, di sogni, di futuro. Era imprevedibile – ha dichiarato Marmorini – ho un ricordo talmente personale, talmente profondo… Non ci si rende conto di ridire le parole e i pensieri di Amedeo. Poi, ogni tanto, ci si ferma e ci si accorge di queste radici profonde. Quest’idea di diventare se stessi è stata l’idea con cui ho cercato di costruirmi. Amedeo entrava in punta di piedi anche se, una volta dentro, era esplosivo. Mi pare di averlo sentito tante volte stasera: possiamo essere condizionati dai sogni. Un minimo comun denominatore che si trova in tanti interventi che ci sono stati: quel che lui diceva proiettava nel futuro”!

Alla fine, terminate le testimonianze previste in scaletta, Muscari ha chiesto alle persone del pubblico di intervenire con loro ricordi, pensieri o riflessioni. Qualcuno ha ribadito concetti già sentiti: in particolare, la necessità che l’insegnamento di Amedeo non vada perduto “Io prego la famiglia di non fare perdere l’Esperienza AM e tutto il suo pensiero”. 

Lorenzo Giuliani, sollecitato da Muscari, ha dichiarato “La fiamma che è dentro di me è molto esplosiva e devo contenerla un po’. Oggi è un grande giorno: il primo giorno di un percorso straordinario che faremo tutti insieme. Amedeo Maffei mi ha insegnato che esprimere la sensibilità e la fragilità è la più grande forza che c’è dentro ognuno di noi. Amedeo ci ha dato consapevolezza. Questa è la parola magica”.

Un’altra persona, sempre in mezzo al pubblico, ha letto dei pensieri scritti nel corso della serata: “Mi è venuto da scrivere due parole, che hanno un titolo: presenza. La tua presenza è poesia. La cortesia delle tue intenzioni è eccellenza. Libera dal caduco e vano protocollo della comunicazione. Lasciare che il cuore faccia ciò che si ama è un’arte, una disciplina, un impegno che ha per obiettivo la bellezza. Una bellezza interiore attraverso la quale ci hai fatto entrare nelle nostre emozioni, attraversando passioni, spazi esterni a noi per farci incontrare la felicità. Ogni attenzione, parola, gesto che ci hai dedicato è stato una piccola spinta per riconfigurarci e rinascere ogni volta migliori. È qualcosa che conserveremo in profondità, che ci apparterrà grazie alla scelta che abbiamo fatto. E ogni volta che ricorderemo questi bellissimi momenti vissuti insieme il pensiero ci porterà a te”. 

Qualcun altro ha dichiarato: “Amedeo è diventato, anzitutto, un grande amico con la a maiuscola. Perché entrava dentro, perché ti conosceva, perché levava fuori il meglio di te. Ho conosciuto Amedeo Maffei a un suo corso nei primi anni ’90. Ero una ragazzina, però impegnata in politica. Credo fosse il ’93 o il ‘94. Ho fatto due Esperienze AM e poi un Top One e sicuramente mi è servito nella vita. E poi ho portato tante persone. La cosa più grande che io devo ad Amedeo, per cui gli sarò eternamente riconoscente, è di avermi restituito il rapporto con mio padre. Se io posso abbracciarlo e dirgli che gli voglio bene, è solo grazie ad Amedeo. Ho fatto 50 missioni in guerra, vissuto momenti di malattia, momenti di rischio. E nei momenti più duri c’erano sempre due cose: la preghiera e poi andare davanti a uno specchio e dire che era una bella giornata. E in quel momento Amedeo era sempre con me”.  

Un’ultima voce si è aggiunta per dire: “La prima volta che ho visto Amedeo Maffei, nell’aprile del ’78 a Trieste, mi sono chiesto chi fosse quel capellone milanese che veniva a spiegarmi come si vive. Da lì è cambiato tutto: abbiamo creato una sede a Trieste per organizzare i corsi di Amedeo, dove lui ha inserito alcuni di noi come assistenti e alla fine sono arrivato qui a Villa Crippa e ho fatto l’assistente per Amedeo per oltre un anno. Gli ho chiesto come facesse a fare ciò che faceva e mi ha risposto che era facilissimo: lui leggeva dentro le persone e ripeteva quello che c’era scritto. Ho perso un amico un anno fa: ma per me è ancora vivo.”.

Dopo la carrellata di intense e commosse testimonianze, che secondo Muscari hanno anche palesato la bellezza e il civismo dell’essere comunità, è stata la volta del concerto, con canzoni che ricordavano altri momenti della storia di Maffei in cui un peso importante ha sempre avuto la passione per la musica.

La serata si è dunque conclusa sulle note amate da Amedeo, con altre testimonianze, per bocca dei musicisti sul palco, che hanno commentato i vari brani del concerto. Infine un ultimo, emozionante richiamo, ripreso dalla prima intervista fatta da Muscari a Maffei il quale, parlando di Keope, la sua eccezionale invenzione, ha espresso dei pensieri che oggi hanno il sapore di un auspicio. “Keope è il frutto di 30 anni di credo e di ricerche silenziose. Keope è una materia, è un’idea – dichiarava Maffei – Io mi diverto a pensare che ho inventato una ruota di sasso. Sono contentissimo di pensare che un domani, dall’aldilà, Keope è diventata prima una ruota di legno, poi una ruota da Ferrari e così via…Io ho inventato una possibilità che aiuterà l’uomo. Queste cose belle le faranno sicuramente altre persone. Keope è un inizio. – Infine le ultime parole dell’intervista, anch’esse dense di significato –  Non dimenticate il vostro grande sogno. Permettete alla vostra mente di avere un monello che si esprime in tanti modi, con tanta gente. E parlate bene della vita e degli Italiani. Siamo meravigliosi, noi!” .