Coldiretti, al via primo raccolto di pomodoro Made in Italy etichettato. Non sarà più possibile spacciare per Made in Italy i derivati del pomodoro importati dall’estero.

Al via la raccolta del pomodoro da destinare a pelati, polpe, passate, concentrato e sughi pronti con una riduzione stimata pari ad almeno il 9% rispetto allo scorso anno, anche per effetto dell’andamento climatico.

E’ quanto stima la Coldiretti, sulla base delle prime indicazioni dell’associazione mondiale dei trasformatori di pomodoro, nel sottolineare che si tratta del primo raccolto che dovrà essere etichettato Made in Italy dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

Le aspettative in Italia sono per un raccolto attorno a 4.750.000 tonnellate, con i primi dati che evidenziano una buona qualità in termini di contenuto zuccherino, ma rese all’ettaro sotto le medie degli ultimi anni. Si tratta di una attività che, sottolinea Coldiretti, mette in moto in Italia una filiera di eccellenza che coinvolge circa 7.000 imprese agricole, oltre 100 imprese di trasformazione e 10.000 addetti, che esporta 2 miliardi di euro di derivati del pomodoro in tutto il mondo.

L’Italia è il principale produttore dell’Unione Europea dove le previsioni riportano un calo produttivo complessivo del 14%, con riduzioni superiori al 20% in Spagna e Portogallo. Quest’anno però, grazie alla nuova normativa nazionale, rileva Coldiretti, non sarà più possibile spacciare per Made in Italy i derivati del pomodoro importati dall’estero. Il decreto approvato prevede infatti che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture: Paese di coltivazione del pomodoro e Paese di trasformazione del pomodoro“. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE. Si tratta, conclude Coldiretti, “di una attesa misura di trasparenza per i derivati del pomodoro”. Oggi in Italia si consumano conserve di pomodoro per circa 30 chili a testa annui. (Fonte: Ansa)